Maurizio Tiriticco - anno scolastico 2008-2009
Maurizio Tiriticco - 12-08-2009
... Purtroppo - almeno nel nostro Paese - stiamo assistendo ad una sorta di implosione di un intero gruppo dirigente, sempre meno interessato all'universale e sempre più felicemente attratto dal particolare! Il cursus honorum di un tempo è oggi una solitaria arrampicata all'arraffa/arraffa! Il senso dello Stato e della Legge sono cose dei libri di scuola!
In questa deriva, il particolare del campanile diventa il Forte Apache dei bianchi costantemente minacciato dai pellerossa. Nei fortini assediati si vive alla giornata e non è un caso che molti giovani incapaci di assumere orizzonti più ampi, bruciano l'oggi dell'usa e getta, gettando via, purtroppo senza avvedersene, pezzi su pezzi del loro avvenire e della loro vita! E non c'è neanche l'alibi, e il conforto, del cupio dissolvi! ...
Maurizio Tiriticco - 03-08-2009
Antonio Piromalli nella prefazione a Letteratura e cultura popolare (Firenze, 1982) scriveva tra l'altro: "Una storia della letteratura italiana deve tenere conto di tutte le particolari strutture inerenti anche alla sua complessa geografia, alle stratificazioni differenziate delle culture locali che spesso contrastano o contestano la cultura accademica, ufficiale, tradizionale; sono - comunque - agenti dell'attività culturale integrale. Le culture popolari di un luogo, di tutti i generi in cui esse si esprimono, hanno dignità pari alle forme della cultura egemone. Tale riconoscimento bandisce, però - avverte saggiamente Piromalli - ogni tentazione di microfilia, di campanilismo, di vanto di 'rutto del piovano', di associazione di una cultura chiusa con un tempo di oppressione sì da creare nostalgie e mitologie dell'oscurantismo...."
Maurizio Tiriticco - 18-07-2009
Un percorso di sviluppo/crescita e apprendimento in un qualsiasi contesto sociale organizzato e acculturato deve sempre tener conto di due istanze, quella che grosso modo potremmo chiamare biologico-naturale e quella culturale e sociale ... la "natura" procede con cambiamenti molto lenti rispetto a quelli che, invece, sono prodotti dalla "cultura": sono quelli a cui danno vita, generazione dopo generazione, in diverse situazioni spazio/temporali i diversi "gruppi associati" ... a me sembra che le competenze culturali e di cittadinanza indicate dal citato dm 309 costituiscano un buon punto di riferimento per considerarle come quei prerequisiti minimi indispensabili per un giovane perché possa operare delle scelte per il suo futuro ed accedere a questa società degli anni 2000 ... Quelle competenze del dm 309, dunque, anche se potrebbero e dovrebbero essere rivisitate in quanto, per certi versi, risentono della fretta con cui sono state scritte, costituiscono pur sempre un punto di riferimento interessante per elaborare "a ritroso" quel curricolo verticale progressivo "continuo e discontinuo" cha parte dai tre anni di età e giunge fino ai sedici. La strategia "a ritroso" permetterebbe di coniugare le finalità culturali e di cittadinanza attese con la realtà bio-naturale ... del nostro soggetto di tre anni di età. E' un dato che tre anni di vita sono molti e "perderli" dal punto di vista dello sviluppo curricolare socioculturale costituisce indubbiamente un limite: danni tremendi possono essere effettuati, anche inconsapevolmente, in quei tre anni di vita quando la funzione che potremmo definire "assorbente" da parte del nuovo nato è indubbiamente più forte di quella "selettiva" tipica di un'età più matura.
Maurizio Tiriticco - 06-06-2009
Che ne è dell'innalzamento dell'obbligo di istruzione? Ormai è stagione di scrutini e, nella superfetazione di circolari ministeriali tardive, impasticciate e anodine, che creano più sconcerto che certezze, nulla si dice a proposito del modello di certificazione delle competenze terminali dell'obbligo di istruzione che, com'è noto, quest'anno giunge - o dovrebbe giungere... chissà? - al suo primo traguardo.
La norma, il dm 309/07 parla chiaro: "Con decreto del Ministro PI, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, sono adottati i modelli di certificazione delle competenze... acquisite dagli studenti nell'assolvimento dell'obbligo di istruzione" (art. 4, c. 3).
Maurizio Tiriticco - 25-05-2009
... qualche giorno fa con due circolarine semplici semplici, la 50 e la 51 del 20 maggio - cioè ieri! - il pachiderma sempre memore si è risvegliato! E ci ha puntualmente ricordato che la certificazione delle competenze... si ha da fare! E di quali competenze si tratta? Il Miur non lo dice, o meglio non lo sa! Infatti confessa testualmente: "In attesa della definizione, con decreto ministeriale, del modello di certificazione delle competenze, di cui all'articolo 10 del dpr 275/99, le istituzioni scolastiche potranno procedere alla sperimentazione di propri modelli sulla base delle esperienze condotte negli anni precedenti" (cm 51/09). "Potranno" e non "dovranno"... Uno strumento di discriminazione? Avremo scuole brave, pardon... eccellenti, che certificheranno e scuole modeste o riottose che, invece, non certificheranno? Comunque avremo una casistica di certificazioni assolutamente non comparabili!
Ma non è finita ...
Maurizio Tiriticco - 07-05-2009
Sono in molti - anche se non tantissimi - a pensare che l'insistenza sul merito, di cui l'attuale Amministrazione si fa paladina, contribuisca a rendere più efficiente ed efficace il nostro sistema di istruzione, che da troppi anni promuoverebbe i suoi alunni sempre e comunque indipendentemente da un reale incremento di conoscenze, competenze, cultura. E i risultati di Pisa, da alcuni anni ad oggi, confermerebbero tale stato di fatto. Pertanto, occorrerebbe ricostruire una scuola "seria" e "severa", come quella pressessantotto, che sappia in primo luogo promuovere il merito!
Ma, se promuoviamo il merito, che ne facciamo del demerito? Promuoviamo pure i meritevoli, ma vogliamo anche permettere che vengano prodotti immeritevoli? Questa era la scuola di un tempo, funzionale ad un contesto socioeconomico in cui non tutti dovevano essere meritevoli perché gli immeritevoli avrebbero costituito comunque e sempre quella forza/lavoro manuale di cui il sistema aveva necessità.
Del resto a capaci e meritevoli - quindi distinti dagli incapaci e dagli immeritevoli - pensavano anche i Padri costituenti quando vollero che la Repubblica garantisse loro, se privi di mezzi, il raggiungimento dei gradi più alti degli studi (Cost. 34). Ma occorre ricordare che negli anni Quaranta, usciti dal disastro della guerra, non potevamo sapere che gli incapaci e gli immeritevoli non esistono per nascita, ma in forza di un'attenta e sapiente selezione sociale che da sempre ha creato classi di ricchi e di poveri, quindi di "intelligenti" e di "ingenui", di meritevoli e non meritevoli.
Maurizio Tiriticco - 27-04-2009
Povera nostra scuola chiamata a tante capriole insulse e pericolose in nome di un ritorno alla severità e al rigore di una scuola di un tempo che fu! Purtroppo, se si guarda indietro, non si vede quello che c'è davanti... e neanche ciò che abbiamo di fronte! Società della conoscenza! Apprendere per tutta la vita! Non lasciare indietro nessuno! Le nuove frontiere delle competenze! Parole parole parole... gettate anche al vento, quando andiamo a leggere gli impasticciati e contraddittori provvedimenti che in questi ultimi mesi sono stati adottati per la scuola! Altro che progetti per dar vita ad un vero Sistema Nazionale Educativo di Istruzione e Formazione! E che risponda anche alle raccomandazioni europee! L'assoluta mancanza di un disegno che guardi lontano e il piccolo cabotaggio sono la sostanza della politica educativa dell'attuale Amministrazione!
Maurizio Tiriticco - 21-03-2009
... da dove viene questa annosa distinzione tra studi umanistico-letterari e studi scientifici? Da dove viene per la grande maggioranza di noi questa pretesa propensione - se non addirittura "naturale tendenza" - o per gli studi letterari o per quelli scientifici? Perché tanti di noi hanno scelto all'università materie letterarie perché "non si sentivano portati" per la matematica o viceversa? Ed ancora, perché il liceo classico lo si ritiene altamente formativo - e forse lo è anche in effetti, almeno a tutt'oggi - rispetto ad un liceo scientifico, e poi, a scalare, a un istituto tecnico, ad uno professionale, ad un percorso professionale regionale? Non c'è ricerca scientifica seria che non dimostri che non c'è alcuna differenza, a livello di costruzione della intelligenza, tra il "contare" e il "raccontare"...
Maurizio Tiriticco - 14-02-2009
Tra poco avremo Sanremo, la grande parata canora perché... canta che ti passa! E Bonolis ci dichiara con sincero candore che il suo cachet è di un milione di euro! Dico bene: un milione di eurooo!!!
Ma la cosa non mi stupisce, dal momento che molti, anzi troppi di noi sono disposti a pagare qualunque cifra per i circenses, ma mai un sesterzio per il panem! Non lamentiamoci poi se abbiamo il televisore al plasma ma non un posto letto all'ospedale! Se, in forza della democrazia... ad una dimensione - Marcuse non è troppo lontano! - abbiamo scelto il bene privato e superfluo invece del bene pubblico e necessario, i risultati sono questi: meno ospedali, meno scuole, meno servizi! Abbiamo fatto il pieno del superfluo, è vero, ma anche questo è giunto al traguardo... e tra breve non avremo più neanche quello! E' la nostra Lehman Brothers!
E allora, domandiamoci: dov'è che dovremmo tagliare?
Maurizio Tiriticco - 13-02-2009
Non capisco la ferma reazione dell'Amministrazione contro la decisione assunta dagli insegnanti della scuola primaria bolognese "Mario Longhena, "la più bella del mondo" - come si definisce sul suo sito - di assegnare tutti dieci, in lettere, ovviamente... mai in cifre, per evitare possibili manomissioni (sono leggi antiche che si perdono nella notte dei tempi!), sulle... neopagelle del quadrimestre! La norma è chiara! Si deve tornare ai voti... che sono da uno a dieci, da scrivere sempre come numeri interi... niente più, niente meno, niente mezzi! Se i nostri insegnanti avessero assegnato undici o ventiquattro... o sotto zero, sarebbero fuori legge, ma così non è stato. L'Amministrazione ha i voti che merita!
Ma il crimine c'è... e come! Il crimine è nella motivazione, non scritta ma più eloquente che mai!
Maurizio Tiriticco - 06-02-2009
Dal cinque in condotta - pardon, comportamento - alla denuncia dei clandestini che si ammalano, all'accanimento contro il povero padre di Eluana, sembra proprio che la cosiddetta stagione del cosiddetto buonismo stia tramontando! Ma, che c'è di vero veramente? Le reiterazioni rafforzano il pensiero!
Il fatto è che da certe parti si è sempre attribuito al cosiddetto buonismo l'incapacità di affrontare problemi concreti con cognizione (analisi corretta) e decisione (volontà politica)! Ed è una incapacità non sempre attribuibile ad un determinato schieramento, ma alla debolezza del gruppo dirigente - si dice così! - qualunque sia la matrice politica che lo esprime. In effetti, se le pubblicazioni di Rizzo e Stella, ed ora anche di Travaglio, hanno tanto successo, dipende in primo luogo dal fatto che si può sorprendere con le mani nel sacco un'intera classe dirigente che intende la politica più come amministrazione spicciola, se non di bassa lega, che come governo della cosa pubblica verso obiettivi che siano, come si suol dire, di reale pubblico interesse.
Maurizio Tiriticco - 31-01-2009
Francesco d'Esposito ha intervistato il Ministro della Pubblica Istruzione (sul "il Riformista" ) e... credibile dictu, perché ormai da questo ministro possiamo aspettarci di tutto, la Gelmini gli dichiara testualmente: "Sul voto in condotta non c'è nessun passo indietro, quella circolare vale solo per il primo quadrimestre, che abbiamo considerato come una fase di rodaggio. Ma nel giro di una settimana presenterò al Consiglio dei ministri un regolamento per disciplinare il voto in condotta". E tutti noi che, invece, avevamo pensato che quella cm avesse un più ampio respiro! Ma siamo noi che non sappiamo leggere? Nella cm si dice: "Nelle more dell'iter di approvazione del regolamento, si ritiene opportuno fornire alle scuole elementi essenziali di informazione, con particolare riferimento alla valutazione intermedia di imminente scadenza, a conferma ed integrazione di quanto già contenuto nella C.M. n. 100 dell'11 dicembre 2008". Perché invece dell'aggettivo particolare lo scrivente non ha usato l'aggettivo esclusivo? Mah! I misteri dei ministeri, come quel bel libro di Augusto Frassineti... anni Cinquanta!
Maurizio Tiriticco - 02-01-2009
E' di questi giorni la polemica sulla opportunità o meno della matita rossoblù, o meglio della correzione degli errori in cui cade chiunque stia apprendendo qualcosa di nuovo, da una lingua straniera al nuoto, allo sci, al pianoforte. Io stesso che sto scrivendo questo pezzo, non posso sottrarmi ad una attività autocorrettiva, che è in itinere, ma che è anche successiva e si conclude con quella "pettinatura" - per dirla in gergo - per rendere il testo debitamente formattato e accettabile anche dal punto di vista grafico. La scrittura digitale in questo ci aiuta moltissimo: grassetti, corsivi, interlinee, taglia e incolla, sono sempre poco praticabili con l'uso della carta/penna...! Per non dire dell'aiuto che mi viene dal controllo ortografico automatico - che non mi vuole far mettere l'accento su rossoblù!!! E dalla funzione mostra/nascondi, ignorata dai più, ma che ti permette di redigere un testo senza quelle sgranature tra una parola e l'altra che ne rendono difficile anche il primo approccio visivo! Diavolerie della tecnologia! Benvenute, certamente!
Ma torniamo all'errore!
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